L’occhio e la protezione dai raggi UV

L’organo visivo possiede una serie di meccanismi di difesa naturale che attiva per proteggersi dalla luce. Questi meccanismi comprendono: la chiusura riflessa delle palpebre, il corrugamento degli occhi, la contrazione delle pupille, il filtraggio e la selettività della luce attraverso liquido lacrimale, cornea, umor acqueo e cristallino. Tuttavia queste difese naturali possono non essere sufficienti, sopratutto in determinate condizioni luminose, come ad esempio, situazioni di luce riflessa su superfici come la sabbia bianca o la neve. L’occhio, inoltre, è un organo molto ricco di ossigeno e tutte le strutture che lo costituiscono sono suscettibili a stress ossidativo; colpite dalla luce e dagli UV, producono radicali liberi che nel tempo, per effetto di accumulo, possono provocare danni. Un’efficace protezione supplementare consiste nel porre davanti agli occhi una lente selettiva ai raggi UV.

Lenti a contatto: consigli utili

Per poter sfruttare al meglio ed usufruire il più a lungo possibile dei vantaggi che le lenti a contatto offrono è importante usarle bene, soprattutto per salvaguardare la salute dei propri occhi.
Vi diamo alcuni suggerimenti da tenere in considerazione:

Lavarsi accuratamente le mani prima di toccare ed indossare le lenti.
Pulire e disinfettare bene le lenti dopo averle utilizzate, lasciandole nell’apposito contenitore per almeno 4-6 ore.
Ogni volta che si ripongono le lenti nel portalenti, mettere del liquido nuovo.
I portalenti vanno puliti frequentemente e sostituiti periodicamente.
Non sciacquare le lenti con acqua corrente.
Evitare l’uso delle lenti durante il bagno al mare o in piscina.
Non utilizzare le lenti oltre un tempo giornaliero di 6 – 8 ore a meno di specifica indicazione del vostro contattologo.
Evitare di dormire con le lenti, salvo che esse siano del tipo adatto a tale utilizzo e sempre previo consiglio del professionista che vi segue.
In caso di esposizione al sole proteggere gli occhi con occhiali idonei e le cui lenti siano con protezione U.V.
Se le lenti non vengono utilizzate almeno una volta a settimana, cambiare la soluzione in cui vengono. conservate.
Sostituire le lenti alla scadenza onde evitare problemi di integrità per i vostri occhi.

Disturbi visivi al videoterminale e soluzioni

Negli ultimi anni è diventato sempre più frequente l’utilizzo del monitor, sia sul posto di lavoro che nelle proprie case.

Il Videoterminale (VDT) di per se non provoca disturbi, piuttosto è un uso non corretto dello stesso a determinare l’insorgenza di un malessere localizzato agli occhi, alla testa, al collo, ecc.

Studi scientifici qualificati hanno fugato ogni falso allarmismo su argomenti comunemente additati come possibili cause di disagio quali ‘radiazioni’ o campi elettromagnetici.

All’origine del malessere determinato dall’uso del VDT, la cosiddetta Office Eye Syndrome , possono essere difetti visivi non corretti, o non diagnosticati, oppure una irritazione oculare cronica a volte dovuto proprio all’uso del VDT. Altre volte ancora possono esservi altre cause come quelle determinate dalla postura stessa dell’operatore dinanzi allo schermo, il contrasto e la luminosità del monitor o la posizione dello schermo all’interno della stanza operativa.

I disturbi che ne possono conseguire si possono distinguere in tre gruppi:

1) Affaticamento visivo (astenopia)
2) Disturbi muscolo scheletrici da postura e movimenti ripetitivi
3) Affaticamento mentale (stress)

In questa trattazione parleremo dell ‘Affaticamento visivo’.
Dagli studi epidemiologici sui video terminalisti sono emersi, con una certa frequenza, questi disturbi visivi che vanno sotto il nome di ‘astenopia’: bruciore oculare, visione sfocata o doppia, cefalea, lacrimazione, prurito, frequente ammiccamento, arrossamento della congiuntiva,spasmo palpebrale.

Molta letteratura scientifica concorda nel ritenere questi fastidi transitori e reversibili con il riposo, anche se , quando lo stress visivo derivante diventa eccessivo, si perviene ad adattamenti organici che hanno come conseguenza un peggioramento delle condizioni visive che nel tempo si struttureranno e diverranno permanenti.

L’astenopia in questione è da riportare alla sollecitazione prolungata dei muscoli oculari deputati alla messa a fuoco (accomodazione) e al centraggio dell’immagine, sollecitazione che è tanto più impegnativa quanto più l’oggetto è posto vicino. Ovviamente questo significa che è anche possibile far rilasciare questi muscoli alternando all’impegno visivo prossimale l’osservazione di oggetti lontani a tutto vantaggio del sistema visivo.

Da quanto sopra si comprende perché la normativa in vigore per i video terminalisti richiede almeno 15 minuti di pausa ogni 2 ore di lavoro. La cosa può esser ulteriormente migliorata seguendo anche altre procedure. Va inoltre ricordato che lo sforzo dei muscoli oculari è per lo più svolto in maniera inconsapevole e solo a fine giornata se ne risentono le conseguenze quando non vengono adottate le misure preventive previste.

Pure importante è la distanza del video dagli occhi. Esso deve essere ad almeno 50-70 cm onde non creare stress ai muscoli dell’accomodazione e della convergenza, considerando anche che il punto prossimo di messa a fuoco si allontanerà gradualmente con l’età fino ad essere di circa 50 cm a 45-50 anni.

I fattori visivI che influenzano l’affaticamento visivo:

1) I vizi di refrazione non corretti o corretti non sufficientemente: (molto spesso non ci si rende conto di difetti visivi lievi che in questo tipo di lavoro diventano un elemento critico)

2) Lo strabismo o le turbe della convergenza (eteroforie) : (limita la cooperazione binoculare)

3) Le condizioni illuminotecniche: abbagliamento diretti e riflessi

4) L’inquinamento indoor: crea sintomi su base irritativa (sostanze volatili , fumo di sigarette, ecc, oltre a polverosità e secchezza ambientale)

5) Orario di lavoro: protrarsi eccessivo di sforzi accomodativi e di convergenza

6) Tipo di lavoro: l’impegno visivo ha la sua influenza sul carico accomodativo e mentale.